ESTATE 2004
Poland 2004
Mercoledi 14 Luglio
Il racconto inizia da Saronno dove saliamo sul Malpensa Express diretto all'aereoporto di Malpensa dove con il bus interno raggiungiamo il Terminal 2, punto di partenza del nostro volo. Ci rechiamo con calma al check-in, dove viviamo la prima "grossa emozione" della vacanza: sta infatti per arrivare il nostro turno per il ritiro dei biglietti, quando sentiamo lo stuart che reclama il passaporto delle due ragazze polacche che ci precedono, definendolo un documento "indispensabile" ed è panico! Infatti avevamo letto che per l'espatrio in Polonia era sufficiente la carta di identità, informazione che fortunatamente si rivela corretta. Salutiamo quindi i bagagli ed abbiamo tutto il tempo per mangiare i panini che ci siamo portati da casa.
Decolliamo con una ventina di minuti di ritardo, poi il volo prosegue regolare e dopo 2 ore atterriamo a Varsivia. La temperatura è di circa 16 gradi, ben diversa da quella che abbiamo lasciato in Lombardia. Ad attenderci nel piccolo Terminal ci sono George e Robert; dopo i primi saluti ci accompagnano in hotel a depositare i bagagli e quindi a casa di George per la cena. Alla spicciolata arrivano un pò tutti i polacchi conosciuti negli anni precedenti in Italia. Ecco l'elenco dei presenti: Carlo, Serena, Maria, Mina, Vittorio, George, Christina, Kinga, Marek, Elizabeth, Agnieszka, Michael, Teresa.
Iniziamo la cena con un buon bicchierino di vodka, nel rispetto della migliore tradizione polacca. Come antipasto ci viene offerta una scelta di salumi affettati, patè di carne, e due diverse qualità di salsicce di cinghiale. Ma il pezzo forte, del quale gli amici polacchi sembrano andare maggiormente orgogliosi, è un pesce che si può pescare nella Vistola, cucinato in due modi differenti: accompagnato da un trito di cipolla, e marinato in una salsina bianca. Seguono insalata russa, cetrioli sott'aceto e funghi raccolti da Cristina. Si passa quindi ai secondi ed ai contorni: involtini di verdure farciti con macinato di carne suina, cotolette impanate, piccole patate cotte al vapore ed insaporite con un'erba aromatica mai assaggiata prima, e ancora crauti, barbabietole, fagiolini e broccoli. Il tutto accompagnato da vini bianchi e rossi di provenienza cilena ed argentina, unica licenza ad un menù interamente polacco.
Arriva a questo punto la frutta, e ci vengono offerte marmitte stracolme dei "forest fruits", che nei giorni successivi vedremo in vendita ad ogni angolo delle strade: ciliegie, mirtilli, fragole e lamponi, da gustare accompagnati da una crema simile a panna. E ancora un'ampia scelta di ottimi dolci e, a seconda delle preferenze, the o caffè.
La cena è davvero squisita e la compagnia è piacevolissima, ma verso le 23.30 ci facciamo riaccompagnare in albergo, perché il giorno dopo dovremo alzarci non più tardi delle 6.30: lungo il tragitto ne approfittiamo per ammirare Varsavia "by night".
Giovedi 15 Luglio
Dopo una veloce colazione ci dirigiamo con un taxi verso la stazione del treno dove alle 8.15 abbiamo il treno diretto a Cracovia. Giunti a destinazione raggiungiamo la Porta di San Floriano (Brama Florianska), sulla quale campeggia il bassorilievo barocco raffigurante il santo nell'atto di spegnere un incendio: essa è l'unica sopravvissuta, insieme ad alcuni tratti di mura, del sistema di fortificazioni che circondava la città nel XV secolo. Ci soffermiamo quindi di fronte al Barbakan, edificio gotico fortificato, posto a difesa dell'ingresso principale di Cracovia. Dopo aver scattato le foto di rito raggiungiamo la Piazza del Mercato (Rynek Glówny), una delle più grandi piazze medioevali d'Europa.
Il nostro sguardo viene subito catturato dal Fondaco dei Tessuti (Sukiennice), collocato nella zona centrale, che racchiude in sé elementi architettonici di varie epoche, e che deriva la sua denominazione dal fatto che nel XIII secolo in mezzo alla piazza erano state collocate le bancarelle per la vendita all'ingrosso di tessuti. Il pianterreno dell'edificio ospita al suo interno botteghe di legno, dove si possono acquistare prodotti di artigianato polacco: qui trascorriamo parecchio tempo alla ricerca di qualche oggettino tipico, ma alla fine non compriamo nulla.
Al centro della piazza è collocato anche il Monumento ad Adam Mickiewicz, il più importante poeta polacco di epoca romantica, eretto alla fine del XIX secolo. Durante l'ultima guerra mondiale la statua insieme alle figure del suo piedestallo fu portata in Germania, ma fortunatamente non venne fusa, cosicché fu poi possibile ricomporre il monumento nella sua originaria collocazione.
La gotica Chiesa di S. Maria (Kosciól Mariacki) domina la piazza con le sue due alte torri, la più alta delle quali fu utilizzata sin dal Medioevo come torre di guardia. Allo scoccare di ogni ora da essa risuona lo "hejnal", una melodia cui è legata questa leggenda: durante un'invasione dei tartari il guardiano della torre, per dare il segnale di allarme, iniziò a suonare questa melodia, ma fu colpito alla gola da una freccia, cosicché il segnale si interruppe bruscamente (ed ancora oggi lo "hejnal" sembra interrompersi a metà), ma consentì comunque agli abitanti della città di respingere l'attacco nemico.
Le due torri della facciata della chiesa furono costruite simmetricamente fin dai basamenti, ma quella settentrionale è più alta di quella meridionale, e riguardo a ciò si innesta una seconda leggenda, secondo la quale esse furono edificate da due fratelli, gelosi l'uno dell'altro: il fratello maggiore, ultimata la propria torre, uccise il minore per impedirgli di terminare la sua, ma i rimorsi non gli permisero di gioire del proprio successo e così si suicidò gettandosi dalla propria torre, ed il coltello con cui era stato attuato il fratricidio fu posto allora in segno di ammonimento all'ingresso del fondaco dei tessuti.
Molto suggestiva anche Piazza S. Maria (Plac Mariacki) da segnalare per la sua intimità, che si contrappone all'animazione della Piazza del Mercato; le fa da fondo la Chiesa di S. Barbara (Kosciól sw. Barbary), che secondo la tradizione fu costruita con i mattoni inutilizzati per la costruzione della Chiesa di S. Maria. Veramente graziosa anche la Statuetta della fontana, qui collocata, rappresentante un giovane con turbante, dall'aspetto triste.
Ci soffermiamo poi di fronte alla Torre del Municipio (Wieza Ratuszowa), che è tutto ciò che resta dell'antico municipio di Cracovia, demolito nella prima metà del XIX secolo. Eretta in pietra concia e mattoni, è in stile gotico, ma la cupola originaria andò distrutta da un incendio, e fu quindi rimpiazzata da quella attuale barocca.
Visitiamo poi l'interno della Chiesa di S. Adalberto (Kosciól sw. Wujciecha), di origine romanica, e qui ci colpisce molto il fatto che, essendosi il livello della piazza alzato durante i secoli, oggi la soglia dell'ingresso originario si trova circa due metri più in basso rispetto all'attuale livello del terreno.
Cominciamo ad avvertire un leggero appetito, optiamo quindi per un locale economico, dove ci rifocilliamo con pizza e calzoni, prima di ripartire in direzione della collina del Wawel.
Percorriamo la Ulica Grodzka, nel sobborgo di Okól, dove si innalzano, l'una accanto all'altra, due chiese di forme completamente diverse: quella barocca dei Santi Pietro e Paolo (Kosciól sw. sw. Piotra i Pawla), il cui sagrato è chiuso da un recinto con le statue dei dodici apostoli; e quella romanica di S. Andrea (Kosciól sw. Andrzeja), dove l'austera mole romanica contrasta nettamente con l'interno angusto e sovraccarico di arredi barocchi.
Raggiungiamo finalmente la collina del Wawel dove sorge il Castello Reale, edificato in più fasi storiche: della reggia gotica resta testimonianza nella torre chiamata Zampa di Gallina (Kurza Stopka), mentre il resto del suo assetto è in stile rinascimentale e barocco. Molto suggestivo il cortile che, con i suoi portici e le sue logge, riprende i modelli del rinascimento italiano. Essendo impossibile accedere agli interni del castello, chiusi per restauri, decidiamo di visitare la Cattedrale, che si impone nel panorama con le sue tre torri: la Torre di Sigismondo, la Torre dell'Orologio e la Torre delle campane d'argento. L'edificio fu eretto in forme gotiche ed è ricchissimo di cappelle preziosamente decorate: al loro interno campeggiano i sepolcri recanti le effigi scolpite dei re polacchi e dei vescovi di Cracovia, che fanno della cattedrale un vero e proprio santuario della memoria storica della nazione.
Si sta avvicinando l'ora di partenza del treno che ci deve riportare a Varsavia, ma non vogliamo rinunciare ad una breve visita al Quartiere ebraico (Kazimierz), che Kinga ci ha consigliato di non tralasciare assolutamente nella nostra visita. Alla vigilia dello scoppio della seconda guerra mondiale la comunità israelitica che lo abitava contava circa 60.000 membri (pari al 23% della popolazione cittadina) e dopo la chiusura del ghetto da parte dei nazisti che vi avevano trasferito anche gli Ebrei residenti nei dintorni di Cracovia, la sua popolazione raggiunse quasi le 70.000 unità. Nel 1943 il ghetto fu smantellato e parte dei suoi abitanti deportata nei campi di sterminio, parte uccisa tra le sue mura.
Torniamo in stazione e saliamo a bordo del treno ci riporta a Varsavia dove con il taxi torniamo in albergo per la cena.
Venerdi 13 Luglio
Dopo una ricca colazione, saliamo su un tram per avvicinarsi al centro e iniziamo la visita della città. Ci immettiamo nella Via Reale all'altezza del Monumento a Nicolò Copernico (Pomnik Mikolaja Kopernika), l'illustre astronomo polacco, rappresentato con indosso una toga, e recante in mano un compasso ed un astrolabio. Visitiamo quindi la Chiesa della Santa Croce (Kosciól Krzyza), edificata a fine Seicento e terminata a metà Settecento, che racchiude in uno dei suoi pilastri l'urna contenente il cuore di Frédéric Chopin le cui spoglie, in ossequio alla sua volontà, furono riportate in Polonia.
Ammiriamo le facciate dei maestosi palazzi che ospitano la Biblioteca e l'Università, quest'ultima preceduta da un cancello neobarocco la cui inferriata è sormontata dall'aquila polacca incoronata.
Ci soffermiamo quindi di fronte al Palazzo Presidenziale (Krakowiskie Przedmiescie), il cui corpo principale fu eretto a metà Seicento e subì ristrutturazioni e modifiche fino al primo Ottocento, quando acquisì l'aspetto di un'elegante residenza di rappresentanza dall'aspetto neoclassico, e divenne sede dei governatori dello zar. Dopo la riconquista dell'indipendenza da parte della Polonia la sua proprietà fu acquisita dallo Stato, e nel 1984 Lech Walesa vi trasferì dal Belvedere la residenza del Presidente della Repubblica. Continuiamo la nostra passeggiata lungo la Via Reale e ci imbattiamo nella Chiesa delle Visitandine (Kosciól Wizytek), eccellente esempio di architettura tardo-barocca, davanti alla quale è stato eretto in tempi recenti il monumento all'ultimo primate di Polonia, il Cardinale Stefan Wyszynski.
Poco distante da essa sorge la Chiesa dei Carmelitani, il cui interno è barocco, mentre la facciata è neoclassica; l'edificio è affiancato dal Monumento ad Adam Mickiewicz (Pomnik Adama Mickiewicza), eretto nel 1898, dove il poeta è rappresentato in piedi con una redingote ed un soprabito sulle spalle, con gli occhi volti al cielo in un'espressione ispirata, e con la mano destra sul petto. Scattiamo qualche foto anche davanti alla Statua della Vergine da Passau, che ci colpisce per la sua delicata bellezza.
Visitiamo quindi la Chiesa di S. Anna (Kosciól sw. Anny), con facciata neoclassica, ma nella quale prevale lo stile barocco: degni di nota soprattutto i suoi interni, con decorazioni straordinarie per magnificenza e ricchezza di materiali.
Raggiungiamo a questo punto la Piazza del Castello, al centro della quale si eleva la Colonna di Sigismondo (Kolumna Zygmunta III), il simbolo della città, nonché il monumento più antico dell'intera Polonia: fu eretta nel 1644 per volere del re Ladislao IV, che intendeva così rendere omaggio a suo padre, ma soprattutto sottolineare l'importanza della dinastia reale dei Vasa.
Comincia a piovere con sempre maggiore insistenza, e così decidiamo di visitare gli interni del Castello Reale (Zamek Królewski). Anch'esso andato distrutto durante il secondo conflitto mondiale, presenta un aspetto barocco che rispecchia fedelmente quello del palazzo che Sigismondo III fece costruire dopo il trasferimento della capitale della Polonia da Cracovia a Varsavia. La fastose sale neoclassiche del castello accolgono sorprendenti collezioni artistiche, tra cui 22 famose vedute di Varsavia di Bernardo Bellotti, nipote del Canaletto, molte delle quali sono servite per la ricostruzione della città. Unico problema è orientarsi tra le stanze per la carenza di indicazioni, ma soprattutto per la mancata corrispondenza tra il percorso che facciamo e quello disegnato sulla piantina consegnataci insieme ai biglietti, tanto che non siamo neppure sicuri di avere trovato il percorso per il quale avevamo pagato.
Siamo ormai a pomeriggio inoltrato, e la fame si fa sentire sempre di più: appena raggiunta la Piazza del Mercato (Rynek Starego Miasta) ci infiliamo in un bar, dove ordiniamo dei sandwiches. Mentre mangiamo smette di piovere, e così, al termine dello spuntino, possiamo fare un bel po' di foto davanti alla Statua della Sirena, con lo sfondo dei bellissimi edifici che circondano la piazza, ristrutturata dopo la guerra in modo tale da ripristinare il loro originario aspetto rinascimentale o barocco.
La Piazza del Mercato della città vecchia ha una sua peculiare atmosfera, conferitale dalla bellezza dei palazzi che la circondano, ma anche dagli ombrelloni multicolori che ombreggino i tavolini all'aperto dei caffè, dalle bancarelle di fiorai e dei venditori di souvenir, dai quadri esposti dagli studenti dell'Accademia di Belle Arti, dagli artisti da strada che si esibiscono qui con i loro numeri.
Al centro è collocato il Monumento alla Sirena, rappresentata con uno scudo in una mano ed una spada levata nell'altra, che è divenuta, insieme alla colonna di Sigismondo III, l'emblema della città di Varsavia.
Ci dirigiamo a questo punto verso le mura gotiche che un tempo cingevano la città vecchia e verso il Barbakan, porta rotonda a torri costruita a metà del XVI secolo e riedificata dopo la distruzione negli anni 50. Torniamo velocemente in albergo perché alle 19.00 abbiamo appuntamento con George.
Insieme a lui arriva Robert con la fidanzata Tina, e come al solito divisi su due macchine, ci dirigiamo verso la casa di Teresa, dove conosciamo Magdalena, figlia della sorella di Teresa. Ci attende una cena straordinaria, tipicamente polacca, proprio come era avvenuto due sere prima a casa di George. L'antipasto consiste in un'ampia scelta di formaggi accompagnati da diverse salsine, e gli amici polacchi ci invitano ad assaggiarne uno di pecora, che è un prodotto tipico delle loro montagne.
Teresa cucina poi dei buonissimi ravioloni, i primi farciti con formaggio, i secondi con carne, i terzi con verdure ed i quarti con mirtilli, questi ultimi da gustare ricoperti con una crema simile a panna e con un'abbondante spolverata di zucchero.
Fanno quindi la loro comparsa sulla tavola un dolce col buco con la forma di un alberello, che viene poi tagliato a pezzi, e tante torte gustose. Non possono infine mancare gli squisiti forest fruits, offerti con la solita abbondanza. I giovani del gruppo ci riaccompagnano in albergo ma siccome non siamo ancora stanchi ci fermiamo al bar ancora un'oretta in compagnia.
Sabato 17 Luglio
Continuiamo la visita di Varsavia cominciando dal gigantesco edificio neoclassico del Teatro dell'Opera (Teatr Wielki): la sua facciata è caratterizzata nella zona centrale da due ordini di colonne classiche e dal frontone triangolare posto a coronamento; la fiancheggiano due lunghe ali a porticato dorico, che si protendono ai lati.
Di fronte al Teatro dell'Opera si erge il Palazzo Blank (Palac Blanka), edificio neoclassico che prima della guerra era l'ufficio del borgomastro, e che oggi ospita l'ufficio per la tutela del patrimonio artistico.
Indugiamo poi a lungo di fronte alla Tomba del Milite Ignoto (Grób Nieznanego Zolnierza), dove assistiamo allo spettacolare cambio della guardia dei rappresentanti dell'esercito polacco.
Alle spalle del monumento si estende il Parco Sassone (Ogród Saski) con fiori curatissimi, statue allegoriche del XVIII secolo, una bella fontana ed una meridiana. Ci dirigiamo quindi verso il Palazzo della Cultura e della Scienza (Palac Kultury i Nauki), costruito negli anni 1952-55 e donato a Varsavia dall'Unione Sovietica, alto, compresa l'antenna, ben 134 metri. Il monumento non è certo amato dai Polacchi, tant'è che Michael ci racconterà di un detto popolare secondo cui l'unico lavoratore di Varsavia ad essere felice è la persona che comanda l'ascensore del palazzo che, essendo appunto rinchiusa nell'ascensore, trascorre la sua giornata senza vederlo. Serena e Carlo decidono di salire al trentesimo piano, dove una terrazza panoramica offre una straordinaria visuale sulla città. Quando scendiamo è ormai ora di pranzo: optiamo per una breve sosta al Mc Donalds, al termine della quale gironzoliamo per un po' nella Galeria Centrum, un centro commerciale disposto su più piani. Abbiamo però a disposizione poco tempo, perché abbiamo appuntamento con George a metà pomeriggio di fronte al Monumento a Chopin, che si trova dall'altra parte della città.
Raggiungiamo la zona con il tram, sul quale incontriamo un ragazzo polacco, che ci conferma nuovamente la cortesia di questa gente: senza che gli chiedessimo nulla ci dà infatti le informazioni necessarie per raggiungere la nostra meta, accompagnandoci addirittura per un pezzo di strada.
Il Monumento a Chopin (Pomnik Fryderyaka Chopina), eretto in stile Liberty, rappresenta il compositore seduto sotto un salice, assorto nell'ascolto della natura dalla quale scaturisce la sua musica, ispirata dal paesaggio della sua terra natale. Durante la seconda guerra mondiale la musica di Chopin fu messa al bando dai nazisti, che distrussero ogni rappresentazione del compositore, e questa fu la prima statua ad essere abbattuta; al termine del conflitto fu però meticolosamente ricostruita e le venne restituita la sua originaria collocazione all'interno del Parco Lazienki. Il paesaggio qui è davvero incantevole: il monumento è infatti collocato alle spalle di un laghetto circondato dal verde a da curatissime aiuole stracolme di rose rosse. C'è moltissima gente seduta sulle panchine, e anche noi ci regaliamo qualche momento di relax, fino all'arrivo di George, Cristina e Teresa.
Insieme visitiamo il Parco Lazienki (Park Lazienkowski): è il più bello ed il più vasto di Varsavia, straordinariamente vario nei suoi aspetti paesistici, e ricchissimo di edifici di alto valore artistico. Al suo interno si trovano infatti, solo per citare alcuni esempi, il giardino botanico, un osservatorio astronomico, l'antica aranciera, l'anfiteatro, la Piccola Casa Bianca, il Tempio della Sibilla, il Palazzo del Belvedere (Palac Belweder) ma, soprattutto, il Palazzo sull'Acqua (Palac Na Wodzie), circondato da un lago. Quest'ultimo edificio fu costruito nel 1683-90 da Tylman van Gameren come bagno ("Lazienki" significa infatti "bagno") per l'allora proprietario principe Stanislaw Herakliusz Lubomirski; venne quindi acquisito dal re Stanislao Augusto che, nel 1775-76, lo fece rimaneggiare da Domenico Merlini, che conferì alla residenza l'aspetto attuale.
Il parco, concepito all'inglese, è anche popolato da tantissimi animali, quali scoiattoli, pavoni, anatre, gazze ladre, e Carlo non perde l'occasione per far loro un vero e proprio "servizio fotografico".
Al termine della visita Gorge, Cristina e Teresa ci accompagnano in macchina a Wilanów, grandioso complesso consistente in un palazzo in stile barocco, un tempo residenza di campagna del re Giovanni III Sobieski, circondato da un giardino barocco alla francese e da un parco anglo-cinese. Prima di addentrarci nel parco ci concediamo un po' di relax in un bar, dove ne approfittiamo per farci insegnare qualche espressione polacca dai nostri amici. Terminata la visita a Wilanow raggiungiamo l'appartamento di Elizabeth, che si trova all'ottavo piano di un vecchio stabile, quello che siamo soliti definire un "tipico casermone sovietico". Saliamo, non senza qualche apprensione, su un ascensore più simile ad un montacarichi che, essendo privo di una porta interna, durante l'ascensione permette di vedere le pareti del vano ascensore che scorrono veloci; ci accomodiamo a tavola per cenare l'ultima volta in compagnia dei nostri amici. L'antipasto consiste in affettati misti, accompagnati da salmone, pomodori a fette con abbondante trito di cipolla, cetriolini e funghi. Il primo piatto è la specialità di Elizabeth: ci viene offerta una deliziosa zuppa di brodo di grano nero con bocconcini di salsiccia ed erbe aromatiche, che va gustata solo dopo averci aggiunto un uovo sodo tagliato a pezzettini. Il secondo consiste invece in un pasticcio a base di carne, prugne secche e cavolo, la cui preparazione necessita di una serie di cotture e riposi che richiedono diversi giorni. La cena si conclude con bomboloni, torta di mirtilli, gli immancabili "forest fruits" e, a scelta, the o caffè.
Maria, Mina e Serena ricevono anche dei regali: un cucchiaino d'argento con incastonata una gemma d'ambra, dei cioccolatini, e dei prodotti alimentari tipici del luogo.
Salutiamo Elizabeth e Cristina che non rivedremo più e, dopo essere stati riaccompagnati in albergo, anche Michael e Agnieszka.
Domenica 18 Luglio
Dopo una ricca colazione, ci dirigiamo verso la città vecchia. Oltrepassiamo la Vistola a bordo dell'autobus e scendendo la nostra attenzione viene catturata da due orsi: siamo infatti nei pressi dello zoo e lo spazio riservato a questi animali, che fungono evidentemente da veicolo promozionale, si affaccia direttamente sulla strada. Non ci lasciamo sfuggire l'occasione di scattare loro qualche foto prima di raggiungere la Piazza del Castello; percorriamo le vie più caratteristiche del centro, soffermandoci davanti ad ogni vetrina. Raggiungiamo George, Teresa, Robert, Tina e Magdalena davanti al Teatro dell'Opera, e insieme raggiungiamo il Blue City, un centro commerciale dove possiamo valutare come in pochi anni la Polonia si sia occidentalizzata. Dopo un breve giro tra i negozi ed una veloce spuntino ci dirigiamo verso l'aeroporto.
Il terminal dal quale partiamo, che è lo stesso dell'arrivo, è molto piccolo e caotico ma soprattutto un solo tapirulant gestisce i bagagli di tutti i voli in partenza. Salutiamo gli amici polacchi, li ringraziamo per la magnifica accoglienza e saliamo sull'aereo che ci riporta Milano. Il cielo è sereno, e una volta in quota possiamo ammirare il panorama: emozionante soprattutto il sorvolo di Vienna, che riusciamo a riconoscere con chiarezza. Arriviamo a Milano con un leggero ritardo, giusto il tempo di recuperare i bagagli, salire a bordo del Malpensa Express e archiviare anche questa bellissima trasferta.